Non ci sarà l'estensione generalizzata del rito sommario a tutti i processi civili. L'emendamento 101.0.34 alla legge di Bilancio presentato dal parlamentare Guido Viceconte, che prevedeva una forma di processo decisamente più snello, è stato ritirato dal proponente insieme ad altri emendamenti gemelli.

Tra le modifiche più importanti che erano previste nell'emendamento, la forma del ricorso per l'introduzione del giudizio, la lettura del dispositivo all'udienza fissata per la discussione e decisione.

Modifiche osteggiate dall'Anm che si era espressi in questi termini: "La riforma in cantiere non elimina e neanche favorisce l´efficienza del processo perché non opera sull´arretrato esistente. Le regole del processo non sono inutile orpello ma il modo con cui le parti concorrono, con ordine, alla decisione del giudice». Ciò «rischia di generare prassi applicative diversificate con sicure ricadute negative in termini di garanzia dei diritti dei cittadini, di conflittualità tra le parti ed aumento delle controversie interpretative, le quali andrebbero a ripercuotersi sulle Corti d´Appello, già in affanno». In questo senso «la via da percorrere è quella, di recente intrapresa, dopo anni di stallo, di operare sulle risorse. L´efficienza del processo civile, infatti, non può essere assicurata da continui interventi sul rito, a costo zero, ma solo attraverso l´impiego di risorse adeguate per garantire l´operatività dell´ufficio per il processo in tutti i Tribunali, una seria revisione delle piante organiche, non solo degli uffici giudicanti, ma anche del personale di cancelleria, e delle circoscrizioni giudiziarie".

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